Corso di costruzione ed uso della Kalimba

Nella mitologia bantu si dice che Dio abbia creato i minerali, le piante e gli animali, suonando la kalimba e che tutti gli esseri viventi vivessero insieme in perfetta armonia. Poi un giorno, il suo strumento sfortunatamente perse l’accordatura ed emerse una falsa nota che ha dato alla luce un uomo.
L’uomo quindi ha moltiplicato e perpetuato la disarmonia che era la sua origine. Portiamo un po ‘di armonia in questo mondo travagliato la kalimba può aiutarci!”
… Fonte: * Saïdou Abatcha, cantastorie e umorista del Camerun.

Abbiamo scelto di insegnare a costruire la Kalimba perchè è uno strumento magico di origine africana con il quale si possono creare meravigliose tessiture armoniche che, unite al suono di altri strumenti ancestrali ed al canto, inducono un dolce e profondo rilassamento.

Caratteristiche della Kalimba

La Kalimba è uno strumento apparentemente semplice, ma i complessi schemi poliritmici e polifonici che si possono produrre suonandola hanno una qualità e un effetto che è al tempo stesso profondo e impossibile da comunicare a parole.

Il suono della kalimba ha una presenza speciale; il suo suono è penetrante e caldo allo stesso tempo, cattura immediatamente e coinvolge gli ascoltatori influenzando profondamente il loro stato d’animo.

Quando i tasti della kalimba vengono suonati, risuonano nella cassa di risonanza con toni ricchi e sonori “come campane”, come un musicista ha suggerito, o simili a flauti, come suggerisce una linea di poesia classica che accompagna musica della Kalimba.

Non esiste, infatti, un’analogia soddisfacente per descrivere la qualità del suo suono a chi non ha ascoltato la musica eseguita sulla kalimba.

Cosa impari?

  • Tecnica di costruzione della Kalimba
  • Come accordare lo strumento
  • Tecnica per suonarla
  • Utilizzo della Kalimba in setting di meditazione sonoro vibrazionale

 

 

La musica della Kalimba

Una singola kalimba può produrre l’effetto di due o più strumenti suonati simultaneamente.

Una spiegazione per l’apparente complessità della musica risiede in un fenomeno noto come “ritmi intrinseci”, cioè quei modelli ritmici melodici non direttamente riprodotti dall’artista ma derivanti dal complesso totale della musica. Sono il prodotto della nostra percezione psico-acustica della musica: l’orecchio non percepisce una serie di toni come toni isolati, ma come una gestalt.

Suonando la kalimba è possibile eseguire grandi salti melodici, l’orecchio non segue necessariamente i precisi schemi melodici lineari che vengono riprodotti ma seleziona le note simili e le raggruppa in frasi indipendenti separate. Le composizioni del periodo barocco in cui c’è un dialogo contrappuntistico tra le voci superiore e inferiore, come le suite per violoncello di Bach, creano questo effetto nella musica occidentale.

Come risultato di tutto ciò, l’esecutore si trova di fronte a un fatto fondamentale: la musica riflessa dal suo risuonatore mentre suona sembra essere più complessa di quella prodotta solo dalle sue dita. È, quindi, un vero riscontro musicale che il musicista riceve dal suo strumento.